panorama dalla Cima di Bo

Cima di Bo – 2556 m

È la montagna più famosa e più alta della valle del Cervo, seconda per quota altimetrica al solo Monte Mars in tutto il Biellese. Più che come una vetta isolata la montagna si presenta come un piccolo massiccio montuoso, vista la vicinanza delle punte Rusca, Cambra, Talamone e Manzo, tutte culminanti a una quota supariore ai 2400 m. La cima di Bo, dall’alto dei suoi 2556 m, è piuttosto lontana da altre cime più elevate: di conseguenza, il panorama in tutte le direzioni è vastissimo. Lo spettacolo dell’alba che si può ammirare da questa cima è giustamente rinomato e la presenza del Bivacco Antoniotti, eretto pochi metri sotto la cima, offre la possibilità di pernottare in attesa del levar del sole.
La salita alla vetta è un itinerario abbastanza facile ma il tratto finale, da piazza d’Armi alla cima, richiede capacità nel camminare su terreni accidentati e ripidi ed in presenza di neve, non inusuale a inizio stagione escursionistica, vista l’esposizione poco favorevole. È consigliato avere con sé almeno la piccozza. Molto frequentata, anche in primavera con gli sci (unica gita scialpinistica appagante dell’Alta Valle).

partenza da: bivio a quota 1900
dislivello: 656 (da Montesinaro 1524 m)
tempo di percorrenza: ore 2.10, da Montesinaro ore 4.30
segnavia: sentiero E74
Accesso e parcheggio: Da Biella, in 18 chilometri si giunge a Piedicavallo con la strada provinciale SP100. Lasciata a sinistra la circonvallazione, si entra in paese e subito si svolta a destra per la frazione Montesinaro (1032 m). Giunti alla prima piazzetta, si prosegue in auto lungo la carrozzabile che, lasciando a destra il cimitero, con un’ultima impennata raggiunge un piccolo slargo dove termina l’asfalto.

Percorso

Da Montesinaro (1032 m) con l’itinerario per il Colle del Croso, si giunge al bivio a quota 1900 m ca., a circa dieci minuti dalla Bocchetta del Croso, dove si stacca a destra l’itinerario E74 per la Cima di Bo (ore 2.20). Si guadagna subito quota con alcuni risvolti risalendo per un tratto il ripido versante della punta Rusca e successivamente, spostandosi gradatamente in piano verso destra, si raggiunge l’alpe Giasit (1920 m) (ore 0.15, tot. ore 2.35).

Si riprende la salita e, con percorso tortuoso, si rimonta un lungo pendio erboso alquanto ripido. Dopo aver attraversato un canale, si tende verso destra e si raggiunge l’alpe Balmone (2177 m), l’alpeggio più alto delle Alpi biellesi, addossato a un grosso masso e ormai da tempo abbandonato ( ore 0.40, tot. ore 3.15).
Il sentiero, sempre ben segnalato con tacche di minio e numerosi ometti di pietre, prosegue nel centro del vallone e dopo aver superato alcuni gradini rocciosi raggiunge la cosiddetta Piazza d’Armi, ampia conca rocciosa a forma di anfiteatro. Si punta al colletto che separa la Cima di Bo (a destra) dalla punta del Talamone e lo si raggiunge camminando tra grossi massi e lungo nevai in ultimo un po’ ripidi (2460 m ca. ore 1.00, tot. ore 4.15).

Dal colletto, il sentiero sale un primo tratto ripido sul lato destro della cresta divisoria tra il vallone della Chiobbia e quello del Dolca, poi la raggiunge, la scavalca leggermente e prosegue nei pressi del filo con percorso aereo, ma sicuro fino alla vetta, dispensatrice di panorami indimenticabili sia sui monti sia sulla pianura (2556 m) (ore 0.15, tot. ore 4.30 da Montesinaro).
Poco al di sotto della cima, sul lato opposto a quello della cresta di salita, dominante dall’alto la Valdescola, è sito il bivacco Padre Mauro Antoniotti.