monte Rosso del Croso verso la cima di Bo

Colle della Ronda – 2086 m, Monte Rosso del Croso – 2343 m

Facile percorso a una cima a torto trascurata. Come alternativa per il rientro a valle dal Colle della Ronda, è possibile scendere il vallone della Bianca, tributario di quello della Mologna, seguendo verso sud la cresta divisoria Chiobbia – Mologna, fino a una quota di circa 2150 m. Di lì, per sparute tracce, si scende a destra la ripida china erbosa fino a incrociare un marcato sentiero che ritorna verso destra in direzione della Mitria (caratteristico torrione roccioso sul quale sono stati tracciati diversi itinerari alpinistici). Poi si scende a una conca sul fondo del vallone dove si prende a sinistra il sentiero che porta prima all’Alpe La Bianca, con numerose piccole baite ormai quasi del tutto diroccate. Successivamente, su terreno più ripido, tendendo nuovamente verso destra, si giunge all’alpe Anval Superiore da dove si rientra a Piedicavallo con il segnavia E60. È possibile raggiungere la conca nei pressi della Mitria anche seguendo la cresta verso nord fino a un colletto e scendere a sinistra per ripidissimi prati prima su tracce e poi su sentiero poco evidente.

partenza da: Montesinaro (1032 m)
dislivello: 1311 m + 25 m
difficoltà: E – EE
tempo di percorrenza: ore 1.50, da Montesinaro ore 3.50
segnavia: sentiero E70, E73 e tracce

Accesso e parcheggio:  Da Biella, in 18 chilometri si giunge a Piedicavallo con la strada provinciale SP100. Lasciata a sinistra la circonvallazione, si entra in paese e subito si svolta a destra per la frazione Montesinaro (1032 m). Giunti alla prima piazzetta si prosegue in auto lungo la carrozzabile che, lasciando a destra il cimitero, con un’ultima impennata raggiunge un piccolo slargo dove termina l’asfalto.

Percorso

Si ignora la strada privata, chiusa da una sbarra, che prosegue diritta e si sale a sinistra lungo un prato percorso da un ripido sentiero. In breve si ritorna sulla sterrata precedentemente ignorata e, subito dopo, guidati da abbondanti segnalazioni, si imbocca la mulattiera che si stacca a destra e inizia a percorrere il lato destro orografico del vallone.

Si sale comodamente inoltrandosi a pendenza limitata nel bosco di faggi raggiungendo le baite del Pianlino (1180 m) dislocate a valle e a monte della mulattiera. Lasciata in basso la piccola chiesetta della borgata, la via prosegue seguendo la morfologia del vallone che in questo primo tratto forma una grande S. Superate le poche baite della Pianazza (1232 m), si continua nel bosco, ora prevalentemente di betulle, e con piacevole percorso si raggiungono pendii più aperti e panoramici.
Compare la nostra meta e, in breve, si perviene all’alpe Le Piane di Montesinaro (1320 m) dove, oltre la bella cappelletta in pietra, sono poste diverse costruzioni recentemente ristrutturate (ore 1.00).

L’ampia mulattiera, su pendenza un poco più accentuata, guadagna quota con una serie di ampi risvolti alla sinistra del torrente che nel frattempo inizia a frammentarsi in diversi rii. Dopo un tratto rettilineo si attraversa il ramo occidentale della Chiobbia. Si lasciano a destra, al di là di un altro rio, le belle casere dell’alpe Piana degli Agnelli (1580 m ca.) e si prosegue verso un tratto in cui la pendenza aumenta lasciando a sinistra la poco visibile alpe Chiobbia.
Si percorrono alcuni ampi tornanti in direzione della Cima di Bo e successivamente, dopo una lunga diagonale verso sinistra, con strette svolte si sbuca al di sopra del ripido gradino naturale della valle. Compaiono e in breve si raggiungono le costruzioni dell’alpe Finestre (1741 m) (ore 1.00, tot. ore 2.00).

Alla sinistra delle baite si rintraccia il sentiero E73 che, ben marcato, risale a risvolti la ripida china erbosa. Con marcia abbastanza faticosa, si raggiunge il Colle della Ronda (2086 m), posto sullo spartiacque Biellese – Valsesia e a cui perviene dalla Val Sorba un sentiero segnalato (ore 1, tot. ore 3.00).
Qui i collezionisti di vette, prima di proseguire nell’escursione proposta, possono volgere a destra e raggiungere in brevissimo tempo la Punta della Cascinaccia (2112 m). Si prende a sinistra un sentiero che si snoda inizialmente sul lato biellese della cresta, poi, raggiunto il crinale, prosegue tra roccette e rododendri fino alla sommità della punta della Ronda (2203 m) da cui compare la nostra meta.

Con una breve discesa si raggiunge la sella quotata 2180 m da cui si riprende a salire gradatamente. Si prosegue verso la vetta percorrendo qualche lieve ondulazione fino alla base dell’ultimo pendio più ripido caratterizzato dalla presenza di grossi blocchi che si risalgono fino alla sommità del monte Rosso del Croso (2343 m) (ore 0.50, tot. ore 3.50 da Montesinaro).
Il rientro per la via di salita comporta ore 2.30.

Corrado Martiner Testa