Una storia di emigrazione

Piedicavallo e Montesinaro, così come tutta l’Alta Valle Cervo, sono caratterizzati da una lunga storia di emigrazione.

Il mestiere più comune per gli uomini della Valle era quello dei pica pere, gli scalpellini. Mestiere che portò loro fortuna e fama: come scritto sul sito della Casa Museo, «nel Cinquecento mastri da muro valligiani sono documentati a Milano nella costruzione del Duomo».

La loro bravura li portò a essere richiesti in molte città italiane e transalpine per la costruzione di diverse opere pubbliche e, quindi, a spostarsi. È solo dalla seconda metà dell’Ottocento che possiamo però parlare di vera e propria emigrazione: alcuni uomini dell’Alta Valle Cervo e, a volte, le loro famiglie lasciarono definitivamente i propri natali per stabilirsi in altre zone d’Italia, d’Europa e persino del mondo, come il continente sudamericano

Oggi sono molte le persone che ricercano nei nostri paesi le proprie origini e riscoprono parenti lontani grazie all’eredità del cognome.

Cenni storici

Secondo quanto riportato nell’annuncio per il posto da medico condotto pubblicato dal Comune di Piedicavallo nella Gazzetta Medica Italiana – Stati Sardi dell’11 settembre 1854, all’epoca la popolazione del comune si assestava a 2.700 abitanti.

Il dizionario corografico, parte prima dell’opera L’Italia sotto l’aspetto fisico, storico, letterario, artistico, militare e statistico con speciale riguardo all’industria ed al commercio a cura del Prof. Amato Amati, riporta che secondo il censimento del 1861 Piedicavallo ventava una popolazione di fatto di 2.138 abitanti, dei quali 828 maschi e 1.310 femmine, mentre la popolazione di diritto era di 2.828 persone. Si noti come all’epoca il comune comprendeva le frazioni di Montesinaro, Rosazza, Vittone e Beccara. Lo stesso testo riporta che «la sua guardia nazionale consta di una compagnia con 177 militi attivi» e «gli elettori amministrativi nel 1865 erano 268, 81 i politici, inscritti nel collegio di Biella».

Se nel 1900 gli abitanti erano 2.911, il Censimento della popolazione del Regno d’Italia del 1901 riportava la seguente situazione:

Popolazione residente

Piedicavallo 898
Montesinaro 474
Rosazza 1036
TOTALE 2.408

Popolazione presente di fatto

Piedicavallo 782
Montesinaro 404
Rosazza 849
TOTALE 2.035

 

Il depopolamento

Come abbiamo visto, tra il Millesettecento e il Milleottocento i pica pere della Valle Cervo furono incaricati di eseguire alcune delle grandi opere del Regno di Sardegna e anche l’aumento della scolarizzazione e dell’istruzione contribuì all’emigrazione verso città italiane e Paesi esteri.

Il periodo della Seconda Guerra Mondiale diede nuova vita alle realtà montane, a causa dei bombardamenti che colpirono i grandi centri abitati. La crescita demografica di quegli anni si interruppe con la fine del conflitto e determinò un nuovo e progressivo abbandono dei paesi dell’Alta Valle.