Giovanni Ion Tonel

Giovanni Jon Tonel, filantropo, nacque a Piedicavallo, 16 agosto 1822 da Giacomo e Catterina Peraldo Guglielmino Pejo. Aveva due fratelli, Pietro e Battista, e una sorella, Catterina, moglie di Giuseppe Ianutolo. Cresciuto in un ambiente caratterizzato da forti tradizioni artigianali e da una cultura del lavoro che spingeva molti giovani del paese a cercare fortuna all’estero, sin da giovane seguì le orme del padre nel mestiere di scalpellino (picapere, in dialetto), una professione molto diffusa tra gli uomini di Piedicavallo, specializzati nella lavorazione della pietra. Verso la metà degli anni Quaranta del XIX secolo decise di emigrare, alla ricerca di opportunità economiche più promettenti.
Il suo percorso professionale all’estero lo portò a lavorare in veste di muratore e capomastro in Algeria, Spagna e Messico, contribuendo alla costruzione di infrastrutture, edifici pubblici e ferrovie. Stabilitosi in Guatemala, trovò il successo grazie alla coltivazione del caffè, investendo tutte le sue risorse nell’acquisto di terre fertili e sviluppando ampie piantagioni che lo resero benestante. Nel corso degli anni, riuscì a costruire un vero e proprio impero agricolo. In quegli anni sposò Isabella Myer, una giovane donna di origine svizzera; unione dalla quale non nacquero figli.

Dopo quasi trent’anni all’estero, nel 1871 Giovanni Jon Tonel decise di tornare definitivamente in Italia, recandosi a Napoli nel tentativo di ricercare quel clima mite che avrebbe potuto giovare alla sua salute.
Nonostante la lontananza, il suo attaccamento a Piedicavallo rimase fortissimo: negli anni della sua assenza, il paese aveva continuato a subire le difficoltà legate alla povertà e alla mancanza di opportunità per le nuove generazioni. Per questo motivo, quando nel gennaio 1872, durante le assemblee della neonata Società Operaia di Mutuo Soccorso e d’Istruzione, emerse la proposta di costruire un Asilo Infantile a beneficio della popolazione locale, Giovanni Jon Tonel offrì, per procura di Battista Peraldo Ciech, di contribuire con la somma straordinaria di 10.000 lire.

Nel 1873, la sua salute peggiorò drasticamente. Consapevole della gravità delle sue condizioni, il 19 aprile redasse un testamento, nel quale disponeva un lascito di 12.000 lire per la costruzione dell’Asilo Infantile, 30.000 lire da investire in rendita nominativa sul Debito Pubblico dello Stato, destinate a garantire la sostenibilità della struttura e stanze separate per la Società Operaia di Mutuo Soccorso.

Durante il viaggio di ritorno verso la Valle Cervo, dopo un faticoso trasferimento in carrozza da Napoli, fu costretto a fermarsi a Biella, dove venne ricoverato d’urgenza presso la l’Ospizio di Carità. Giovanni Jon Tonel morì, all’età di 50 anni, il 9 maggio 1873, senza poter più rivedere il suo amato Piedicavallo. Il suo corpo fu trasportato a Piedicavallo e il 10 maggio 1873 si tenne un funerale solenne nella chiesa parrocchiale di San Michele, con la partecipazione di tutta la comunità.

Un’eredità che ha plasmato Piedicavallo

Grazie alla sua donazione, nel 1874 venne ufficialmente costituito l’Asilo Infantile come Ente Morale, con l’approvazione del re Vittorio Emanuele II. Nel 1875, con una cerimonia pubblica a cui parteciparono autorità locali e membri del Club Alpino Italiano, venne posata la prima pietra dell’edificio. L’Alpinista: periodico mensile del Club Alpino Italiano nel luglio di quell’anno pubblicava: «Nonostante il tempo minaccioso la Sezione di Biella solennizzó il giorno 20 giugno l’apertura della campagna alpina a Piedi-cavallo; ne ricaviamo la notizia dal numero del 27 giugno del giornale L’Eco dell’ Industria. Alle 101/2 antimeridiane, nel comune di Piedicavallo, si poneva la prima pietra dell’asilo infantile eretto colle largizioni dal signor Jon Tonel Giovanni (L. 42,000), dai signori Peraldo e Rosazza Federico. Il discorso inaugurale fu pronunziato dal socio cavaliere Pozzo Severino. Il banchetto ebbe luogo all’albergo della Mologna».

La struttura venne completata due anni più tardi, nel 1876: si trattava di un grande edificio in pietra a vista, ancora oggi uno dei più imponenti di Piedicavallo, che ospitò sia l’Asilo sia la sede della Società Operaia, come da. La scuola dell’infanzia aprì ufficialmente il 5 novembre 1876, accogliendo quaranta bambini, un numero significativo per l’epoca.

Oggi, Piedicavallo ricorda Giovanni Jon Tonel con un monumento funebre nel cimitero del paese e con una via a lui dedicata. Il suo nome è legato indissolubilmente alla crescita e al miglioramento delle condizioni di vita del suo paese natale. La sua figura è stata anche celebrata nel sipario storico della Società Filodrammatica di Piedicavallo, dipinto nel 1878 dall’artista Giuseppe Maffei: Il dipinto raffigura un monumento immaginario con il suo busto, simbolo del percorso di molti emigranti della Valle Cervo, partiti con poche risorse e tornati, talvolta, come benefattori delle loro comunità.

A Jon Tonel Giovanni
esempio di lavoro e di carità
che dalle Americhe
sospirando la patria
le donò un asilo infantile
cittadino e cristiano
soccorse scuola e chiesa
conduttore di lavori
ebbe fama di probo e leale
questo monumento di amore
e di mestizia profonda
padre e moglie
fratelli e sorella
eressero

L’esempio di Giovanni Jon Tonel rimane un modello di determinazione, successo e generosità, incarnando perfettamente lo spirito di sacrificio e solidarietà che ha caratterizzato per secoli gli abitanti di Piedicavallo.

Per approfondimenti, si invita a leggere l’interessante articolo di Gianni Valz Blin, Il viaggio incompiuto di Giovanni Jon Tonel, pubblicato su Rivista Biellese edizione dell’aprile 2011.

L’Asilo Jon Tonel

Il decreto DOCOCXXXVII del 10 maggio 1883, firmato da Re Umberto I, dispose lo scioglimento dell’Amministrazione dell’Asilo infantile di Piedicavallo a causa di irregolarità accertate tramite un’inchiesta, alcune delle quali coinvolsero anche la responsabilità personale degli amministratori dell’Istituto. L’amministrazione dell’Asilo venne allora affidata, in via temporanea, a un commissario straordinario che nominato dal prefetto della provincia, con il compito di gestire l’Istituto e di provvedere alla sua ricostituzione normale.