Secessione di Rosazza dal comune di Piedicavallo

Fondato presumibilmente nel corso del Milleduecento, Piedicavallo divenne comune autonomo il 14 marzo 1700, dopo l’esperienza del marchesato perdurato dal 1621 al 1694 e alla successiva breve vita del comune unico di Valle. Nella sua prima conformazione municipale Piedicavallo comprendeva tre frazioni: Montesinaro, Rosazza e Beccara.
Nel 1906 Rosazza divenne a sua volta comune autonomo, mantenendo Beccara come sua frazione.

Si riporta di seguito il testo tratto dagli Atti del Parlamento italiano – Discussioni della Camera dei Deputati – Volume XII – Tornata del 15 marzo 1904.

Svolgimento della proposta di legge

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca ora lo svolgimento di una proposta di legge dei deputati Rigola e Rondani per la costituzione in Comune autonomo della frazione di Rosazza del comune di Piedicavallo (Novara). (Vedi tornata 26 giugno 1903).
L’onorevole Rigola ha facoltà di svolgere la sua proposta di legge.

RIGOLA. Il motivo che ci indusse a proporre questo provvedimento legislativo è da cercarsi nelle profonde discordie che travagliano il Comune di Piedicavallo, discordie che hanno ormai una storia più che secolare.
Il Comune di Piedicavallo, in Provincia di Novara, si compone di tre frazioni, cioè Piedicavallo, Rosazza e Monte Asinaro; e fino da quando avvenne lo smembramento degli antichi Comuni piemontesi, verso la meta del 18° secolo, e si costituì il Comune di Piedicavallo, fino da allora si sollevarono serie contestazioni circa l’opportunità di porre nella frazione di Piedicavallo la sede del Comune.
Ed infatti chi guardava allora, come chi guardi presentemente, la condizione di quei luoghi, si accorgeva e si accorge tosto che la sede più naturale del Comune dovrebb’essere Rosazza.
Di qui competizioni e proteste da parte dei frazionisti di Rosazza che è la frazione che ha una maggiore popolazione, che è un maggior centro di attività, perchè è la sede di parecchi uffici, ed è attraversata dalla strada provinciale, mentre la frazione di Piedicavallo dà fondo in un vero cul di sacco a ridosso del monte.
E quindi una serie continua di lotte, di sopraffazioni reciproche per parte di queste frazioni contendenti, favorite sopratutto da questo strano fatto, che Piedicavallo e Rosazza avevano un numero eguale o presso a poco di consiglieri comunali, mentre la frazione di Monte Asinaro, trovandosi quasi sempre d’accordo con quella di Piedicavallo, concorreva coi suoi tre voti a dare la maggioranza ai rappresentanti di Piedicavallo.
Recentemente poi avvenne un fatto anche più importante. Nel 1899 moriva in Rosazza il senatore Federico Rosazza che legava una casa posta in quella frazione perchè se ne facesse la sede della casa comunale. È da sapersi che la casa comunale, che ora trovasi a Piedicavallo, non risponde punto al bisogno, perchè manca assolutamente di locali, difetta di archivi ed ha una sala consigliare assolutamente inadatta, tanto che si imporrebbe una spesa per provvedere ad una nuova casa comunale.
Però gli abitanti di Piedicavallo e di Monte Asinaro, sempre uniti, non vollero accettare questo legato e lo rifiutarono. I rosazzesi naturalmente protestarono e rifiutarono di partecipare più oltre all’amministrazione. A questo punto intervenne la Giunta provinciale amministrativa accettando il legato; ma fra la Giunta provinciale amministrativa e i rosazzesi naturalmente si interpongono gli eredi i quali non sono disposti a cedere se non sia rispettata la volontà del testatore. Conclusione di ciò è il perturbamento completo nell’amministrazione, che condusse alla nomina di un commissario regio. Il decreto che nominava questo commissario regio motivava la nomina dal fatto che era necessario l’intervento del commissario affinchè egli avvisasse a trovare una via di uscita a questo stato di cose anormale.
Il commissario regio, che resse le sorti del Comune dall’aprile al settembre 1902, concludeva appunto la sua relazione al Governo proponendo come soluzione la separazione di Rosazza dal resto del Comune e la sua costituzione in Comune indipendente. In questo avviso convennero i rappresentanti del potere centrale; in questoavviso convennero le autorità tutorie; in questo avviso dovetti convenire io stesso che, per ragioni di competenza rappresentativa, mi occupai della cosa; e sopratutto in questo convincimento vennero gli stessi abitanti di Piedicavallo, d’accordo con quelli di Rosazza. Vi è poi una petizione di tutti gli elettori, nessuno escluso, della frazione di Rosazza, per il distacco della frazione stessa dal resto del Comune.
Ora siccome a questo non si può venire, se non con un provvedimento speciale, perchè l’articolo 115 della legge comunale e provinciale non permette alle frazioni di costituirsi in Comune autonomo se esse non abbiano una popolazione che superi i 4000 abitanti, e il Comune di Piedicavallo colle sue tre frazioni non ha più di 2400 abitanti, s’impone di necessità questo provvedimento legislativo che io ed il collega Rondani abbiamo presentato alla Camera e che mi onoro di raccomandare alla vostra benevolenza.
Fra i Comuni italiani si potrà annoverarne uno di più, ma ciò sarà compensato col far ritornare l’ordine amministrativo, ma sopratutto la pace, da troppo tempo e troppo gravemente turbata, nella popolazione di Rosazza e delle altre frazioni di Piadicavallo.

TURATI. Sarà almeno un divorzio. (Si ride).

PRESIDENTE. L’onorevole presidente del Consiglio, ministro dell’interno, ha facoltà di parlare.

GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell’interno. Facendo le debite riserve sulla questione (perchè, non avendo avuto occasione di studiarla, non potrei riguardo al merito prendere un impegno), non mi oppongo che sia presa in considerazione la proposta di legge testè svolta dall’onorevole Rigola.

PRESIDENTE. L’onorevole ministro dell’interno non si oppone che sia presa in considerazione la proposta di legge presentata dagli onorevoli Rigola e Rondani. Coloro che sono d’avviso di prenderla in considerazione sono pregati di alzarsi.

(La Camera la prende in considerazione).

 

Il Consiglio Comunale di Piedicavallo, allora guidato dal Sindaco Severino Rosazza Prin di Rosazza, si espresse infatti a favore della separazione di Rosazza con deliberazione del 20 settembre 1902. Il fatto che il Sindaco fosse originario del cantone di Rosazza è indicativo rispetto alla volontà di secessione, soprattutto se si considera che in quegli stessi anni il Signor Prario offì al Comune di Piedicavallo la propria casa, che si trovava in regione Pinchiolo, come nuova sede della Casa Comunale, come tentativo di avvicinamento geografico alla comunità rosazzase e al fine di evitare la separazione.

La proposta di legge presentata dai deputati Rigola e Rondani, con la relativa relazione, venne presentata alla Camera dei Deputati durante la seduta del 4 giugno 1904: era la numero 504. Facevano parte della commissione chiamata a relazionare i deputati Compas (presidente), Rondani (segretario), Cuzzi, Cavagnari, Papadopoli, Farinet Alfonso, Ferrero di Cambiano, Tornielli e Rigola (relatore).

“La Commissione confida che voi l’approverete, perchè, senza portare alcuno aggravio finanziario o turbare gli interessi delle singole frazioni, porrà fine ad un doloroso stato di cose, ridonando a quelle forti popolazioni la pace di cui esse sentono vivo il desiderio”.

La proposta e il disegno di legge prevedevano due soli articoli:

Art. 1

La frazione di Rosazza del comune di Piedicavallo in provincia di Novara è costituita in comune autonomo.

Art. 2

Il Governo del Re è autorizzato a provvedere con decreto reale alle disposizioni occorrenti per la delimitazione dei confini, per regolare i rapporti patrimoniali fra i due comuni e per l’esecuzione della presente legge.

La separazione di Rosazza e Beccara da Piedicavallo e l’istituzione del comune autonomo venne definita con legge del 15 luglio 1906 con invariato testo.