Le lose

Le lose sono le lastre in pietra tipiche della copertura dei tetti di Piedicavallo e Montesinaro.

Questa caratteristica nasce dalla praticità: i nostri avi iniziarono a costruire tetti in pietra poiché era più conveniente estrarre la materia prima piuttosto che recarsi alla fornace più vicina per acquistare il cotto. La pietra locale veniva estratta dalle montagne che circondano a Piedicavallo: ancora esiste memoria di una cava situata lungo il Vallone del Lago della Vecchia.

La pietra utilizzata non doveva essere massiccia e compatta, ma una pietra che sfoglia. La sua lavorazione, infatti, avveniva attraverso la sfogliatura del blocco in lastre irregolari, dello spessore di 3-6 cm per le abitazioni e di qualche centimetro in più per fabbricati di minor pregio, come stalle e baite. Il contorno di ogni singola lastra veniva lavorato e adattato nel momento della posa.

La presenza delle lose modifica, necessariamente, anche la struttura portante dei nostri tetti: a causa dell’elevato peso della copertura (circa 200 kg al mq), l’orditura dei tetti presenta sezioni più grosse rispetto quelle con copertura in altri materiali.

ll manto di copertura in pietra ha, poi, una vita assai più lunga di quello in cotto. L’assenza di coibentazione e impermeabilizzazione dei nostri tetti originari e il conseguente passaggio d’aria, unite a una corretta manutenzione al fine di evitare infiltrazioni d’acqua, regala alla copertura in lose, normalmente, una durata di qualche centinaio d’anni.

Negli ultimi decenni, la pietra locale è stata soppiantata dalla luserna, una pietra simile ma proveniente dalle Prealpi Cozie.

Allo stesso modo, anche le maestranze locali sono divenute sempre più rare. Sovente, oggi, ci si affida a maestranze provenienti dalla vicina Valle D’Aosta e, nel tempo, la classica posa a scaglie delle lose, originaria dei nostri paesi, lascia il passo a quella valdostana, con lavorazione tondeggiante della lastra.

Un esempio di questa nuova fattura è rappresentato dal tetto del Teatro Regina Margherita, ristrutturato totalmente nei primi anni Duemila.

Coperture in pietra simili alle nostre si trovano anche a Rosazza, San Giovanni e Valmosche (frazione di Campiglia Cervo), nonché in Valle d’Oropa, in Val Sesia, Valle D’Aosta e nelle vallate alpine in generale.