Palazzo municipale
Fino agli inizi del XX secolo, il Comune di Piedicavallo aveva una Casa Comunale molto diversa da quella attuale.
Il fabbricato, a due piani, posto a mezza costa, non aveva piani interrati: era caratterizzato da un unico vano per piano e una rampa di scala in pietra che saliva dal piano terreno al piano primo. L’antico edificio presentava strutture con muri dello spessore di circa un metro, una scala inappropriata e finestre e porte molto ristrette, di piccole dimensioni in rapporto all’ampiezza dei vani. La metratura delle sale del vecchio municipio risultava ormai insufficiente a ospitare la sede e gli uffici dell’amministrazione comunale. Purtroppo non abbiamo fotografie che testimoniano l’edificio.
Sul finire degli anni Venti del secolo scorso, l’edificio originale venne abbattuto per far posto alla nuova sede comunale.
I lavori
Dalla relazione di progetto, datata 15 maggio 1928 e depositata presso l’archivio storico comunale, si apprende che l’allora Podestà di Piedicavallo decise di far costruire un nuovo fabbricato nello stesso luogo dove sorgeva la precedente casa comunale, usufruendo anche dello spazio disponibile attorno all’edificio e modificando leggermente la strada pubblica posta a nord. La decisione fu presa per far fronte alle necessità di avere locali più ampi per svolgere le attività amministrativo-burocratiche e al fine di dare alloggio al segretario comunale.
L’incarico per la progettazione venne affidato all’ing. Florindo Comotto di Biella. Il progetto redatto dal professionista prevedeva la realizzazione di tre livelli distinti: al piano terra si sarebbe realizzato un vestibolo per le affissioni, un vano scala con un’ampia sala per adunanze e una sala più piccola per riunioni ristrette, sedute, commissioni; al primo piano, oltre al vano scala, ci sarebbe stato un ampio vestibolo dal quale si accedeva a un vano minore adibito ad archivio e a due vani a giorno per l’ufficio del Segretario e per la sala del Podestà; infine, al piano secondo, il vano scala e tre vani per l’alloggio del Segretario.
Nel sottotetto si sarebbero potute ottenere due ampie soffitte illuminate da finestre e da abbaini, da adibirsi a disimpegno di varia natura. La costruzione del nuovo edificio sarebbe costata circa 126.000 lire e per far fronte alla spesa furono previsti dei prestiti da parte di vari abitanti del comune, disposti a concederli a un tasso di favore. Il comune si impegnava ad ammortizzare il prestito ricevuto in trent’anni, senza inasprire menomamente i bilanci.
Dalla relazione finale dei lavori (datata 12 luglio 1930) apprendiamo che gli stessi furono eseguiti dall’impresa locale Bullio & Giavina a seguito di regolare contratto del 29 settembre 1928, approvato da S.E. il Prefetto di Vercelli il 9 ottobre 1928. La costruzione del nuovo municipio iniziò il 20 novembre dello stesso anno, fu subito sospesa per la stagione invernale e venne ripresa il 1 aprile 1929.
L’opera venne ultimata in tempistiche sorprendenti, poiché la fine dei lavori venne accertata, con verbale, l’8 novembre 1929. Durante i lavori vennero apportate alcune modifiche al progetto, tra queste «l’adozione di gelosie avvolgibili, invece di gelosie comuni» e «l’apertura di ampia trifora nella sala del primo piano, destinata al segretario».
Sia per le varianti, sia «per alcune omissioni commesse nel progetto primitivo» si dovettero fissare nuovi prezzi: il costo complessivo dell’opera fu accertato in 132.424,49 lire.
Il nuovo municipio
Il tetto, con orditura in legno, era coperto da lastre di fibrocemento (eternit) mentre le lattonerie erano in lamiera di col grigio. Dal momento che il fabbricato era a mezza costa, non v’erano locali interrati. L’edificio possedeva due latrine, delle quali una al piano terreno e l’altra al piano secondo. L’accesso ai vari piani era possibile sia dal piazzaletto a giorno (a livello del piano terreno) sia dalla strada posta a nord: strada modificata per l’edificazione del nuovo municipio e che dava l’accesso direttamente al piano primo.
L’edificio era riscaldato con stufe a legna ed era servito dalla luce elettrica e dall’acqua potabile. I solai erano costituiti da voltini su poutrelles sui quali poggiavano pavimenti in legno per tutto l’edificio, fatta eccezione per i vestiboli, i corridoi, le scale e le latrine.
Le decorazioni esterne erano semplici e austere, confacendosi al nuovo significato che avrebbe assunto la sede di una Reggenza Comunale.
Nuovi lavori di ristrutturazione
La casa comunale, dotata di strutture costruite in genere a regola d’arte, sin dalle sue origini palesava però inconvenienti gravissimi, accentuatisi ulteriormente dopo poco più di un ventennio dalla sua costruzione.
In particolare, l’utilizzo per la copertura del tetto di lastre in eternit si è dimostrata una scelta assolutamente inadatta a una zona montana, posta a 1.050 metri s.l.m., ove si verificavano abbondanti nevicate. Annualmente, infatti, permane sul tetto degli edifici uno spesso strato di neve che, sia per il suo peso sia per gli effetti di gelo e di disgelo, causa inevitabili danni alle lastre di copertura e alle gronde. Questa situazione, unita alla mancanza di manutenzione, provocò infiltrazioni che andarono a danneggiare in modo evidente sia soffitti sia gli intonaci dei piani sottostanti la copertura.
Fu così che, nel 1951, l’Amministrazione Comunale di Piedicavallo diede incarico al geom. Enzo Rosazza di Biella di individuare una serie di interventi urgenti finalizzati a rendere sicura e decorosa la casa comunale.
Gli interventi proposti dal progettista – e realizzati durante i mesi successivi – furono in particolare la demolizione dell’allora manto di copertura in lastre di eternit e la sostituzione dello stesso con tegole marsigliesi su listelli di abete, compresa la sostituzione dei canali di gronda e dei paraneve; il rifacimento degli intonaci interni e rifacimento di porzioni deteriorate di quelli esterni, mantenendo decori e fregi; imbiancamento a calce delle pareti interne e delle facciate esterne in cattivo stato; tinteggiatura di tutte le porte interne e di tutti i serramenti esterni; costruzione di intercapedine dello spessore di circa 70 cm sui lati interrati dell’edificio, per risolvere i problemi di insalubrità dei locali del piano terreno; revisione degli avvolgibili e dell’impianto idraulico; eliminazione di due dei quattro abbaini esistenti sul tetto.
Il municipio, oggi
Sul finire degli anni Settanta vennero sostituite le tegole marsigliesi con le attuali tegole tipo doppia romana in cemento grigio. Inoltre fu eliminato un’ulteriore abbaino, lasciando solamente quello a giorno e conseguendo l’aspetto estetico della copertura come ancora oggi si presenta.
Nel corso degli ultimi 30 / 40 anni sono stati effettuati sull’edificio interventi di manutenzione, in particolare sui servizi igienici e sugli impianti elettrico e di riscaldamento. Il problema della copertura e delle ricorrenti infiltrazioni meteoriche non è però ancor oggi stato definitivamente risolto, a causa dell’eccessiva deformabilità dell’originaria orditura del tetto, progettato e realizzato con elementi troppo snelli per le nevicate di Piedicavallo.
Per risolvere definitivamente il problema, oltre che per provvedere alle odierne necessità di efficientamento energetico, nel 2015 l’amministrazione comunale ha fatto redigere idoneo progetto che ha ottenuto l’autorizzazione da parte della competente Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Piemonte e, per la realizzazione del quale, si stanno reperendo le necessarie disponibilità economiche.
Il municipio di Piedicavallo è accessibile a persone con disabilità, su via Garibaldi.