Monte Cresto – 2546

a cura di Corrado Martiner Testa

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In breve

Che si passi dal Colle delle Vecchia o dal Colle del Tourrison, quello del Monte Cresto è un percorso che porta alla più bella cima dell’Alta Valle Cervo.
Dal Colle del Tourrison: Panorama molto ampio. Per la discesa, oltre che la via per il vallone d’Irogna, è possibile e consigliabile seguire la divertente e panoramica cresta nord fino al colle della Vecchia e poi la mulattiera E50 fino a Piedicavallo completando così un bellissimo percorso ad anello.
Dal Colle della Vecchia: 
Richiede dimestichezza nel camminare su terreno roccioso. In discesa, oltre l’itinerario di salita, è possibile e consigliabile scendere la cresta sud fino al Colle Tourrison e quindi rientrare a Piedicavallo per il vallone d’Irogna. (È possibile accorciare questo percorso usufruendo della scorciatoia che dalla parte pianeggiante della cresta sud scende a sinistra al sottostante Lago del Giaspret, evitando il più largo giro dal Colle Tourrison).

partenza da: Piedicavallo
dislivello: 1509 m
difficoltà: E – EE
tempo di percorrenza: ore 4.15
segnavia: sentiero E41 e sentiero segnato in rosso ma non numerato
Accesso e parcheggio: Da Biella con la strada provinciale 100 si giunge a Piedicavallo in 18 chilometri. Prima di entrare in paese si imbocca a sinistra la circonvallazione e si perviene al capiente parcheggio posto in prossimità del parco Ravere (1037 m).

Dettagli del percorso

Sul lato destro del piccolo bar del parco Ravere, parte un sentiero che oltrepassata la zona adibita a parco giochi e sale a moderata pendenza sulla sinistra orografica del torrente Cervo. In breve si raggiunge la zona del Pianlino (1120 m), dove la nostra via si innesta nella più ampia mulattiera che si stacca a sinistra in corrispondenza del bivio con cappelletta in pietra, posta una decina di minuti oltre la partenza della mulattiera del Colle della Vecchia (possibile variante iniziale, leggermente più lunga).

Si prosegue tra radure e casolari sparsi fino al ponte in pietra che permette di attraversare il torrente Cervo, poco a monte della confluenza con l’Irogna e poco a valle di una bella cascata (1143 m) (ore 0.20). Al di là del ponte, sotto un grosso masso che può offrire riparo in caso di intemperie, scritte e indicazioni ci conducono nel cuore del dirupato e selvaggio vallone d’Irogna. Superato un breve pianoro erboso (a sinistra della cascata sul torrente Irogna), l’evidente via sale tra radi cespugli, giungendo alla esigua spianata erbosa conosciuta localmente come “Pian del Bauso”, dove giacciono alcuni resti dell’antico traino a fune a servizio dell’alpe Irogna Superiore.

Si prosegue costeggiando la sponda sinistra orografica del torrente Irogna, per poi guadarlo una prima volta per facili lastroni (ore 0.20, tot. ore 0.40). Sull’altra sponda, una scalinata consente il superamento di un tratto alquanto ripido. Dopo una leggera discesa tra alta vegetazione, il percorso si dirige verso sinistra su terreno roccioso e porta a riattraversare il torrente, qui abbastanza largo e dal fondo roccioso e disseminato di grossi massi. Tra i due attraversamenti, il torrente Irogna riceve le acque del rio Pieio che precipita in canaloni incassati e ripidissimi dalla vetta del monte Cresto.

Dall’altro lato una breve salita conduce al pianoro dove sono poste le diroccate baite dell’alpe Olmo (1351 m) (ore 0.20, tot. ore 1.00). Senza raggiungerle, si tende a sinistra percorrendo il breve tratto aperto ed erboso e ci si porta su di una antica morena coperta da vegetazione recente, che si risale dominando il torrente che qui scorre in basso a sinistra in un profondo avvallamento. Il terreno muta pendenza e il sentiero compie un traverso a saliscendi verso destra per evitare alcuni affioramenti rocciosi. Poi, con numerosi tornanti, supera la ripida china sovrastante e sbuca all’inizio del grande pascolo di Irogna o “Pian daj Masche”, dove sorgono i resti di numerose casere diroccate. Si percorre il grande pianoro sul suo lato destro giungendo in breve alla baita recentemente ristrutturata dell’alpe Irogna Inferiore (1601 m) (ore 0.30, tot. ore 1.30). Si prosegue tra i pascoli e si raggiunge un bivio che si imbocca a destra, iniziando a salire tra i cespugli. Si passa dapprima alla base di un promontorio roccioso e, successivamente, dopo un tratto abbastanza ripido, ci si porta sulla sua sommità, dove era posto l’arrivo della vecchia teleferica.

Si prosegue con percorso a saliscendi sulla groppa del promontorio, raggiungendo prima il punto dove si stacca a destra il sentiero contrassegnato con il segnavia E49 per il Lago della Vecchia e in seguito l’alpe Irogna Superiore (1752 m), posta in panoramica posizione (bella fontana in pietra) (ore 0.25, tot. ore 1.55). Dall’ultimo bivio è possibile proseguire diritto lungo il sentiero E49a, continuando a percorrere il lungo piano per poi seguire a destra l’E49 e raggiungere le casere di Chiesa “Cesa” e poi, ascendendo verso destra, l’alpe Irogna Superiore (stesso tempo).

Si prosegue sul sentiero ben marcato raggiungendo le ben visibili baite dell’alpe la Scala (1871 m) (ore 0.20, tot. ore 2.15). Si continua sul ripido fianco destro del vallone guadagnando rapidamente quota con un susseguirsi di tornanti che conducono al piccolo pianoro erboso dove è posta l’alpe Giaspret (2136 m) (ore 0.45, tot. ore 3.00). Si lascia a sinistra la costruzione e con alcune svolte sulla ripida china erbosa, un traverso ascendente verso sinistra e un ultima salita, si giunge a passare tra due piccoli ma caratteristici ometti di pietra, sistemati a guisa di porta che immettono nella amena conca dove è posto il piccolo ma suggestivo Lago del Giaspret (2220 m ca.) (ore 0.20, tot. ore 3.20; ultima acqua).

Dai pressi del laghetto segnali e scritte indicano la partenza della scorciatoia per il monte Cresto che, con percorso alquanto ripido, raggiunge la cresta sud nella sua parte pianeggiante intermedia (vedi riferimenti nel percorso dell’Alta Via delle Alpi Biellesi), con un risparmio di circa dieci minuti poiché evita il più largo giro dal colle Tourrison (molto faticoso in salita, conveniente in discesa). Dal laghetto, il colle non è visibile in quanto si trova oltre il risalto sovrastante (quello che si vede è una depressione posta sulla cresta nord del monte Pietra Bianca). Si risale un ripido canale ingombro di massi e successivamente, con un ultimo tratto a moderata pendenza, si raggiunge l’ampia depressione del colle Tourrison, contraddistinta dalla presenza di una vecchia croce in legno (2340 m) (ore 0.15, tot. ore 3.35).

A destra del colle Tourrison si prende un sentiero, segnalato in rosso e inizialmente pianeggiante, che si inoltra nel versante gressonaro per evitare il primo tratto della cresta, quantunque questa sia facilmente percorribile. Dopo un’ottantina di metri la traccia sale ripida con alcune svolte sull’erboso versante e raggiunge la cresta nel suo tratto intermedio pianeggiante (a destra, segnalata, si stacca una ripida scorciatoia che sembra tuffarsi nel Lago Giaspret). Si percorre il tratto pianeggiante e si giunge ai piedi dell’erta finale costituita inizialmente da placconate rocciose miste a zone erbose.

Il sentiero sale agevolmente e raggiunge l’ultimo tratto che si percorre tra rocce rotte sul lato gressonaro fino alla cima del monte Cresto (ore 0.40, tot. ore 4.15 da Piedicavallo). Sulla vetta è posta una grane croce in acciaio che riflette i raggi del sole; su una targhetta, una data e una firma: PIEDICAVALLO 4 LUGLIO 1969 – GLI AMICI DELLA MONTAGNA.

partenza da: Piedicavallo
difficoltà: E – EE
dislivello: 1509 m
tempo di percorrenza: ore 4.30
segnavia: mulattiera E50, sentiero e tracce segnate in rosso ma non numerate
Accesso e parcheggio: Da Biella, con la strada provinciale SP100, si giunge a Piedicavallo in 18 chilometri. Prima di entrare in paese, si imbocca a sinistra la circonvallazione e si perviene al capiente parcheggio posto in prossimità del parco Ravere (1037 m).

Dettagli del percorso

Dall’ampio parcheggio si sale a destra e si raggiunge l’ultima piazzetta carrabile del paese, dove si prende a sinistra la via Lago della Vecchia, invitati da numerosi cartelli e segnavia (E50). Superata una gradinata e il lungo filare di case (Chioso), la mulattiera esce dall’abitato e prosegue tra due bassi muretti a secco. Si continua seguendo la morfologia del terreno e dopo essere passati a valle di una vecchia casera e a fianco di una grande cappella votiva si raggiunge, dopo una decina di minuti, un importante bivio con cappelletta in pietra.

Lasciata a sinistra la via per il vallone di Irogna, si prosegue diritto guadagnando quota attraverso una bella faggeta. Superate altre due cappellette si giunge al bel borgo del Rosei (1179 m, ore 0.20). Passati a fianco della chiesetta di San Giovanni Battista, si attraversa la borgata e si continua in lieve salita. Un lungo tratto rettilineo e un paio di tornanti portano a guadare il rio Cunetta. Guadagnando quota, si passa in prossimità delle ormai dirute casere dell’alpe Casetti (1410 m) e, dopo alcuni ampi tornanti, si raggiunge il bivio dove si stacca a destra il sentiero per l’alpe Cunetta e il vallone dell’Ambruse (segnavia E51) (ore 0.40, tot. ore 1.00).

Si prosegue a lieve pendenza lungo la mulattiera quasi rettilinea. Poi, con una lunga serie di risvolti ravvicinati (giri della Giarel) si superano pendii più ripidi pervenendo ai resti dell’alpe La Vecchia Inferiore (1710 m), posta su un piccolo pianoro erboso (ore 0.40, tot. ore 1.40). Superata una ampia conca posta ai piedi dello scosceso versante sud della punta Chaparelle, si sale a sinistra guadagnando la marcata costa che, originandosi dalla punta della Vecchia, divide la conca del Lago dal vallone che si origina dal Colle.

Una volta risalito il costolone, in breve si raggiunge l’alpe La Vecchia SuperioreRifugio della Vecchia (1872 m) (ore 0.20, tot. ore 2.00). Poco prima del rifugio, la mulattiera prosegue verso sinistra e in una decina di minuti porta al Lago della Vecchia (1858 m): poco prima del lago, a monte della mulattiera, sono incisi su un grosso masso la vecchia e l’orso. Si costeggia la sponda destra e si prende quota con un lungo tratto a mezza costa. Effettuato un tornante e invertito il senso di marcia, si riguadagna il costolone discendente dalla Punta della Vecchia, in corrispondenza di una panoramica sella erbosa posta nelle vicinanze di un promontorio. Qui si può giungere con più breve percorso tramite il sentiero segnalato che parte alla destra del rifugio ed evita il largo giro fino al lago, consentendo un risparmio di tempo di circa 15 minuti.

Il lago sparisce dalla vista e si entra nella parte alta del valloncello, culminante con il valico. Alcune svolte e un tratto rettilineo portano a guadare il rio che scende dal colle. Si prosegue poi con ampi risvolti e, dopo essere passati a lato di una piccola grotta artificiale che reca la scritta “Federico Rosazza 1876”, con un ultimo tratto a mezza costa e alcune brevi svolte si raggiunge il Colle della Vecchia (2187 m), dalla caratteristica forma a V (ore 1.00, tot. ore 3.00). Dal colle della Vecchia si lascia a destra la mulattiera che scende a Gaby e ci si immette (segnali e scritte sui massi) in quella di sinistra. Presto la si abbandona (altri numerosi segni indicano il bivio) per salire a sinistra un ripido sentiero che scavalca una dorsale di cespugli e rododendri. Si scende per un breve tratto e si attraversa una pietraia posta a ridosso della lunga parete rocciosa della Punta della Vecchia.

Quindi, con un ultimo strappo, si raggiunge il passo delle Tote (o del Totem, così detto per via di un lastrone alto, sporgente e verticale) (2299 m). Ha inizio la divertente cresta nord, che domina e contorna il Lago della Vecchia (nuovamente visibile da questo colletto). Si supera subito un tratto ripido (breve tratto di arrampicata che richiede un po’ di attenzione) e, successivamente, con salti meno irti tranne l’ultimo, si raggiunge la quota 2521 m, dove la cresta si biforca. Si prende la diramazione di sinistra, in direzione sud-est, che scende con alcune balze rocciose a una larga sella erbosa. Infine, salendo dolcemente a pochi metri dal ciglio dell’alta parete rocciosa dell’ex circo glaciale della Vecchia, si raggiunge la vetta del Monte Cresto (2546 m, ore 1.30, tot. ore 4.30 da Piedicavallo).

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